Le parole da mettere in valigia

Nel mio lavoro da psicologa spesso utilizzo con i pazienti la metafora del viaggio. Viaggio che può essere interiore oppure può prevedere una partenza e un percorso per raggiungere una meta finale, magari anche un luogo fisico che abbiamo sempre sognato. 

I viaggiatori hanno una mente aperta

Senz’altro ciò che accomuna tutti i viaggiatori è una mente aperta. Una mente direbbe Rilke, che ama le domande più delle risposte.

Infatti, spesso, durante un viaggio siamo portati ad immergerci nella cultura del posto, desideriamo respirare e assorbire tutto ciò che percepiamo intorno a noi: ascoltiamo con curiosità persone che parlano in altre lingue, assaggiamo con desiderio cibi diversi, osserviamo stando nel “qui et ora” la vita che ci scorre accanto. 

Spesso siamo portati ad approfondire in vacanza ciò che ci interessa e a non accontentarci della superficialità.

Tendiamo a goderci di più il presente e ad approfittare del vuoto che si può creare in una giornata che non ha un ritmo scandito rigidamente, come quando lavoriamo.

Mindfulness in vacanza

Per approfittare dei benefici della vacanza sarebbe utile applicare alcuni concetti fondamentali della Mindfulness, che ci permettono di vivere con pienezza l’esperienza anche del viaggio (ma non solo).

L’acronimo da mettere in valigia è COAL (Curiosity, Openess, Acceptance, Love). Di fronte a qualsiasi esperienza, anche quella del viaggio, la mente dovrebbe avere un assetto COAL, capace di accogliere il momento che ci viene incontro mantenendo un atteggiamento mentale che implichi:

  • Curiosità: resto a vedere cosa accade, quali risorse troverò dentro e fuori di me?;
  • Apertura: lascio entrare, apro le porte a ciò che accade;
  • Accettazione: dopo aver aperto la mente e fatto fluire tutte le cose (anche le nostre emozioni più forti così come sono) accogliamo tutto come accoglieremmo un ospite in casa, senza tentare di modificare le emozioni per renderle più accettabili. Accettare non equivale a rassegnarsi ma è proprio l’opposto: è il punto di partenza per vedere quali margini di cambiamento siano possibili a partire dalla realtà.
  • Amore: fa riferimento alla gentilezza, alla cura, alla fiducia e alla comprensione che esercitiamo nei nostri confronti e nei confronti degli altri. 

Può sembrare difficile ma è soprattutto questione di esercizio… un allenamento mentale che può produrre un maggiore benessere nella relazione con se stessi e con gli altri, partendo dal presupposto che non possiamo cambiare alcuni eventi (l’aereo parte in ritardo, la valigia arriva con un altro volo, etc..), ma possiamo lavorare sulla relazione che abbiamo nei confronti di tali accadimenti. In questo la mindfulness può essere un valido aiuto.

Michikusa: vagabondare senza meta

Un’altra parola da mettere in valigia è la giapponese “michikusa” che fa riferimento al “vagabondare, passeggiare senza meta. Fare anzi, della meta, un concetto secondario”.

È bello allora vagabondare, andare dove non si sarebbe mai andati, tuffarsi nell’impensato, racimolare il coraggio e la disinvoltura che sono necessari per rivolgere domande a sconosciuti e che sono la base di ogni viaggio di scoperta. Smarrire la strada, non sapere. E poi trovarsi, intimamente, grazie al fatto di essersi persi.
Ovunque ci si trovi, nella città natale o in una sconosciuta, serve talvolta concentrarsi sulla voglia di andare, di andare solamente. Basta solo quello per cominciare a camminare, e sussurrare: “Non avere fretta di arrivare” e ripeterselo a lungo, per non obliare le parole e perdere il pensiero. Non avere assolutamente fretta di arrivare!

– Laura Imai Messina –

Credo che possa essere anche questo il senso del viaggio, che ci fa tornare a casa “diversi” rispetto a come siamo partiti. Il viaggio ci permette di aprire la porta al cambiamento.

Auguro quindi un buon viaggio a tutte le lettrici e i lettori sapendo che andremo tutti ad esplorare una dimensione sconosciuta e non importa che il viaggio si compia dentro o fuori di noi… vitale è sapere cogliere il percorso.

Su questo Airin potrà esserci d’aiuto con le sue mete “non convenzionali” e, magari, prima o poi ci racconterà anche del Giappone, meta di cui in questi giorni si parla molto per le Olimpiadi e che sto assaporando attraverso i romanzi di una scrittrice innamorata della cultura del Sol Levante. 

Per ulteriori approfondimenti leggi l’articolo Imparare a godersi le vacanze e il vuoto che ho pubblicato nel mio blog.


Biblio:
Gherardo Amadei “Mindfulness” – Il Mulino 
Laura Imai Messina “Wa La via giapponese dell’armonia” – Vallardi


– Libri che potrebbero interessarti –



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